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Tra taglio di tassi, TLTRO e gestione della politica monetaria, l’attenzione degli investitori è puntata sulle banche centrali

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Autore: Finanza.com Blog Network Posts

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Oggi le negoziazioni sui mercati dei cambi sono contraddistinte fortemente dalle decisioni delle banche centrali. La RBNZ ha mantenuto il tuo tasso OCR invariato al 3,50%, la Banca Nazionale Svizzera ha mantenuto la sua politica invariata, deludendo chi aveva scommesso su un intervento proattivo sui tassi.

A sorpresa, la Norges Bank ha tagliato i tassi sui depositi, mentre la BCE ha annunciato l’assegnazione della seconda tornata di operazioni TLTRO. Le pressioni a vendere tornano a interessare il complesso EUR, dopo che i prestiti hanno deluso le attese, attestandosi a 129,84 miliardi di euro. L’EUR/CHF è sceso in area 1,2015.

Deflazione: valida ragione per sostenere la soglia minima dell’EUR/CHF

Durante la sua riunione trimestrale, la BNS ha mantenuto invariato l’obiettivo per il Libor a tre mesi allo 0,00-0,25%, riaffermando il suo impegno a difendere la base dell’EUR/CHF a 1,20. Dal comunicato della BNS emergono le preoccupazioni sul rischio crescente di una deflazione per l’anno prossimo. Secondo il governatore Jordan, “il consistente calo del prezzo del petrolio spingerà l’inflazione in territorio negativo nei prossimi quattro trimestri”.

La minaccia di una deflazione nell’Eurozona rappresenta un’altra forte preoccupazione per le dinamiche dei prezzi svizzeri. Le ricadute dovrebbero pesare ulteriormente sull’economia svizzera, già alle prese con la deflazione, nonostante la politica dei tassi allo zero. Le motivazioni presentate nel comunicato della BNS sono valide e rafforzano l’impegno della banca centrale a difendere la soglia minima dell’EUR/CHF a 1,20. Di riflesso, l’EUR/CHF è sceso a 1,2015, reagendo così all’intervento non proattivo sui tassi d’interesse.

Gli operatori rimangono vigili, visto che l’espansione aggressiva della BCE continuerà a rappresentare una sfida importante per la soglia a 1,20. La BNS potrebbe dover introdurre tassi d’interesse negativi sui depositi a vista, se la soglia correrà veramente dei rischi. A nostro avviso, tuttavia, la BNS non agirà proattivamente, ma reagirà agli interventi della BCE. Non c’è bisogno di adottare misure imponenti, poiché il margine di manovra è molto ridotto e la BCE si prepara a intervenire con un vero e proprio QE nel prossimo trimestre.

A questo punto, la BCE detiene naturalmente il potere ed è il principale decisore, la BNS dipenderà dalle sue decisioni. Non c’è niente di sorprendente in questa distribuzione del potere, vista la dimensione dell’economia dell’Eurozona rispetto a quella della Svizzera. Oggi la BCE ha prestato 129,84 miliardi di euro attraverso le TLTRO2 (rispetto ai 170 miliardi previsti). In totale, le due tornate di operazioni ammontano a una cifra moderata, pari a 212,44 miliardi di euro, rispetto ai 400 miliardi di euro cui la BCE mirava al lancio del programma. La debolezza dei prestiti fa aumentare le probabilità di un ulteriore intervento della BCE.

La Norges Bank taglia inaspettatamente il tasso sui depositi

In una decisione a sorpresa, oggi la Norges Bank ha tagliato il suo tasso sui depositi di 25 punti base. È il primo intervento della banca da più di due anni. Si tratta chiaramente di un intervento per reagire alla minaccia costituita dalla flessione del petrolio per l’economia norvegese, e anche alla scarsa ripresa dell’Eurozona. Dopo la decisione, l’USD/NOK ha compiuto un rally aggressivo fino a 7,2892, leggermente sotto la nostra resistenza chiave a 7,32 (massimi di fine 2008 / inizio 2009). Gli indicatori di trend e momentum sono nettamente positivi, una violazione sopra la resistenza a 7,32 dovrebbe rafforzare il mercato rialzista dell’USD/NOK, se i mercati petroliferi continueranno a indebolirsi. I contratti sul greggio WTI ora testano quota 60 USD, perché l’Arabia Saudita non sembra disposta a tagliare la produzione per difendere la sua quota di mercato e negli Stati Uniti la produzione di greggio continua a crescere: stando ai dati del 5 dicembre, si attesta a 9.118K barili al giorno.

EUR/CHF scende a 1.2015 dopo la SNB

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Ipek Ozkardeskaya
Market Analyst Swissquote


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